lunedì 5 agosto 2019

I said "I love you" you said "Goodbye" - Capitolo 7

Derek's Pov

Sono così tanto preoccupato per Sofia... sono ore che è in sala operatoria.
Com'è potuto succedere? Se solo fossi andato io a prenderla anziché farle prendere il motorino, se solo il pirata della strada fosse uscito più piano da quella via; mi sento in colpa per quello che le è successo, non so se riuscirò a perdonarmelo.

<< Dov'è Sofia? >> sento chiedere alle mie spalle, mi giro di colpo, temo sia il fratello, è un ragazzo alto, con gli occhi verdi e i capelli scuri proprio come Sofia. Sembra arrabbiato o forse è solo una mia impressione.
 << La stanno operando agli occhi per farle tornare la vista >> gli rispondo.
<< E tu chi saresti? >> mi chiede incuriosito.
<< Sono il suo ragazzo da  qualche mese ormai. E tu chi saresti? >> gli chiedo.
Ho paura che se non fosse il fratello possa essere qualcuno che vuole portarsela via.
<< Io sono Marco, il fratello di Sofia >>.
Meno male.

Ormai è quasi l'ora di pranzo e Sofia ancora non la riportano in stanza, inizio davvero a preoccuparmi: perché la tengono così tanto in sala operatoria?  Perché non mi riportano la mia principessa? Anzi, la mia bella addormentata?
Poco dopo sento la barella rientrare in stanza: è Sofia, ha delle bende sugli occhi per via dell'intervento.
<< Tra un paio d'ore le toglieremo le bende >> mi dice l'infermiere.
<< Com'è andata l'operazione?>> domando ad un dottore, sperando in una risposta positiva.
<< Tecnicamente bene, ma se non si sveglia entro 24 ore, la situazione potrebbe farsi molto complicata >> mi risponde il medico.
Rimango immobile, fissando Sofia: il sangue si è gelato ed il respiro bloccato.
Non riesco a capacitarmi della frase che mi è stata appena detta dal dottore.
Ventiquattro ore.
Solo ventiquattro ore.
Ventiquattro fottutissime ore.
Continuo a fissare Sofia, così pallida in viso, attaccati a dei macchinari che probabilmente la tengono in vita e la nutrono, vedere la propria ragazza in certe condizioni non lo auguro a nessuno, nemmeno alla persona che odio di più su questo mondo, so che lei è forte e che ce la farà, ma io devo essere forte con lei.
Sposto la sedia accanto al letto grigio dell'ospedale, non mi piace vederla così, per me è una  sofferenza troppo forte, faccio appello a tutto il coraggio che ho per non piangere ma fallisco miseramente.
Le prendo la mano e sobbalzo. È fredda come il ghiaccio, solitamente non è così fredda la sua mano.
In questa stanza mi ritrovo in un silenzio che non mi rassicura per niente, a parte il suono di questi macchinari che tengono in vita Sofia; ma anche così, con quelle bende sugli occhi, con quelle labbra rosa schiuse è sempre la più bella.
Inizio a pensare che io non merito una ragazza come Sofia, lei è troppo per me, ma è troppo un po' per tutti.
Se adesso è in queste condizioni la colpa è anche mia, se solo non le avessi permesso di prendere il motorino forse adesso non sarebbe qui in questo maledettissimo letto d'ospedale.
<< Forza principessa ce la farai, anzi ce la faremo >> le sussurro stringendole la mano, ed è proprio in quel momento che Sofia mi dà un "segno di vita" : mi stringe la mano ma solo per pochi secondi.
Dopo venti minuti sento gli infermieri entrare in stanza per toglierle le bende.
<< Mi raccomando stalle vicino >> mi dice uno dei due, alto all'incirca sul metro e ottanta, con i capelli biondi e gli occhi azzurri sulla venticinquina. Sembra una brava persona.
<< Lo farò >> lo rassicuro.

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